Uno dei temi più caldi dell’agenda politica europea è quello dell’immigrazione. Si tratta di una problematica estremamente complessa e difficile da affrontare che ha risvolti di diversa natura: dall’ambito sociale ed umanitario a quello politico, dal fronte economico a quello religioso, dal problema sanitario a quello culturale. A livello Europeo, i diversi Stati membri hanno adottato approcci e politiche molto diverse nei confronti degli immigrati tanto che sono sempre di più gli esponenti governativi che sottolineano la necessità di assumere una linea condivisa per affrontare il problema in modo radicale.

La situazione attuale dell’immigrazione nella EU

Nel corso del 2018 le ondate migratorie maggiori si sono avute dalle coste dell’Africa settentrionale verso la Spagna, l’Italia e la Grecia. I flussi migratori provenienti dalla zona della Turchia, invece, sono progressivamente diminuiti grazie alla stipula di accordi internazionali di sussistenza e di aiuto in loco della popolazione. Secondo i dati pubblicati dalla UNHCR, ossia l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, nel 2018 circa 56.187 immigrati hanno raggiunto la Spagna, 22.473 sono sbarcati in Italia, 28.687 sono arrivati in Grecia e 1.182 a Malta. Complessivamente – durante il solo 2018 – i rifugiati, gli esuli e gli immigrati sbarcati via mare in Europa sono stati 102.882

Come è facile intuire, si tratta di numeri davvero alti che, seppur diminuiti rispetto al picco registrato tra il 2015 e il 2016, rappresentano comunque un’emergenza politica, sociale ed economica. Di fronte a tale situazione, le linee politiche adottate dagli Stati membri della UE sono, come accennato, fortemente contrastanti. Inizialmente sia il Governo spagnolo che quello tedesco guidato da Angela Merkel e quello italiano rappresentato dal Ministro Minniti avevano mostrato un atteggiamento più aperto, diplomatico e solidale. Oggi però, le cose sono molto cambiate, a cominciare dall’Italia.

Il problema dell’immigrazione in Italia

L’attuale politica italiana in materia di immigrazione è ben esemplificata dalle parole del Vice Premier Matteo Salvini che, durante numerosi interventi e conferenze stampa, ha parlato di “linea dura” e di “tolleranza zero”. Con l’ascesa al potere del Governo Lega-Cinque Stelle si è avuta, dunque, una netta inversione di tendenza rispetto al precedente Governo Democratico. L’allora Ministro Minniti, infatti, aveva optato nel 2017 per una via più diplomatica, stipulando accordi con le Autorità locali per frenare il flusso migratorio alla base.

Oggi la linea italiana è quella di una netta chiusura dei porti: ciò sta determinando situazioni estremamente complesse e delicate da gestire, soprattutto sotto il profilo umanitario. Le immagini delle barche colme di migranti bloccate per intere settimane hanno fatto il giro del mondo e hanno causato non poche critiche al nostro Governo, soprattutto da parte degli altri leader europei.

Sviluppi e scenari futuri

Ciò che appare evidente è che quello dell’immigrazione non può essere un problema affrontato solo da alcuni Paesi come l’Italia, la Grecia o la Spagna che, per conformazione e collocazione geografica, sono più colpite dalle rotte migratorie. Serve una politica condivisa e un piano di ricollocazione e di assistenza che coinvolga tutti gli Stati membri.